Il dialogo tra musulmani e cristiani vive momenti difficili da secoli. In questi ultimi decenni il dialogo segna il passo. Persone molto ben disposte talvolta sono scoraggiate e finiscono per impegnarsi in altri tipi di azioni a favore della pace. Quali sono i fattori che inquinano il dialogo?
1. Convinzione laica antireligiosa: tutto ciò che è religioso non è razionale
Dal secolo dei Lumi, di cui il pensiero di Denis Diderot è una testimonianza incontestabile, alcuni ritengono che l’arretramento del religioso sia un’occasione per la pace, perché solo la ragione è un’assise solida per regolare i conflitti. L’Illuminismo non solo pensa alle guerre di religione in Europa nei secoli XVI e XVII, che sono state fermate «et si Deus non daretur», ma postula anche che più si elimina l’ipotesi di Dio nelle scienze e nelle relazioni tra i popoli, più si ritrova lo stato « naturale », reale dell’umanità. Lasciarsi guidare da leggi divine, che vengono da un’alterità arbitraria, di cui non si padroneggiano le leggi, la logica, può solo far scaturire conflitti.
I conflitti violenti nei paesi musulmani, tra gruppi religiosi opposti, così come la supposta esportazione della violenza nel nome di Dio al di fuori dei paesi musulmani per stabilire la giustizia, possono essere interpretati secondo l’Illuminismo come atti irrazionali. Il dialogo islamo-cristiano, in questo quadro, non ha senso.
2. Convinzione politica: solo la democrazia può giudicare ciò che è buono
Le interpretazioni proposte dai media occidentali a proposito della destituzione di Morsi in Egitto illustrano bene questa convinzione. Un uomo eletto democraticamente dal popolo come presidente dello Stato non può essere destituito da una parte del popolo. Bisogna rispettare le regole democratiche. Qui Morsi, e i suoi sostenitori sono presentati come vittime del nuovo potere, dichiarato illegittimo. E’ vero che la democrazia, che ha dei titoli di nobiltà, è lungi dall’essere acquisita in tutti gli Stati. Tuttavia, essa non è il solo elemento da prendere in considerazione per giudicare ciò che si deve fare. In effetti, gli atti di un’autorità legittimamente eletta sono anch’essi elementi che hanno il loro peso. Tra questi atti, possiamo anche far notare che c’è stata una recrudescenza di attentati contro luoghi di culto cristiani e contro dei cristiani stessi. E ci sono ben altri atti che hanno provocato la destituzione di Morsi.
3. Convinzione ideologica: non vedere la realtà dei fatti
Qualche anno fa, mi avevano chiesto un intervento a un congresso a Lille sul tema: bisogna aver paura dell’islam ? Avevo fornito una serie di argomenti che potevano far paura, prima di esporre la mia convinzione sulla necessità del dialogo per dominare ciò che potrebbe far paura. Tra gli argomenti che suscitano la paura, figura la demografia. Avevo detto che a Bruxelles, ci sarebbe stato presto più del 30% di musulmani. E’ circolato un video che mi mostrava mentre stavo facendo la conferenza a Lille. Immediatamente, ho ricevuto della posta che mi invitava a non parlare più di questo. Inoltre avevo cifre sbagliate. Le statistiche dicono che a Bruxelles c’è solo tra l’8 e il 10% di musulmani. In questo dispaccio figurava un membro di una commissione molto seria che ha il dialogo islamo-cristiano tra i suoi obiettivi. Per caso, un professore emerito d’islamologia a Lovanio pubblicava qualche giorno più tardi un articolo sulla stampa per fornire una percentuale ancora più elevata di quella che avevo fornito io. Perché tacere le statistiche e restare al livello degli studi di trent’anni fa.
Ci sono altri fattori inquinanti. Ne ho citati solo tre.
Bisogna proseguire il dialogo tra i musulmani e i cristiani? La mia risposta è invariabilmente: si. Pongo una sola condizione: il dialogo non è più quello degli anni 1960 o 1970. E’ quello del 2013. Molte cose sono cambiate da allora sul piano delle ideologie ma anche sul piano delle convinzioni religiose.
Ragioni per proseguire il dialogo:
1. La mia fede cristiana
Dio parla al cuore di ogni essere umano. Il dialogo, secondo la Parola di Dio che è il Cristo, è anche ricerca della verità nell’amore, qualunque siano le difficoltà.
2. Costruzione della pace tra i popoli, le nazioni, gli esseri umani
In molti luoghi, i rapporti tra musulmani e cristiani sono immersi in contesti conflittuali. Per costruire la pace, il dialogo è una strada necessaria.
3. Il futuro della vita sociale, culturale, politica
Mentre cerchiamo di fondare una società in cui tutti hanno il loro posto, nel rispetto della dignità di ciascuno, c’è un solo gruppo che impone le proprie idee. Tutti noi dobbiamo dialogare per poter fare delle scelte. Laddove gruppi di cristiani e di musulmani formano gruppi importanti, va da sé che siano indispensabili dei dialoghi.