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Marc-Antoine Pérouse de Montclos

Instituto de Geopolítica, Francia
 biografía
Di quale Africa stiamo parlando per costruire la pace?
Africa romana, Afriqiya araba = Tunisia e Tripolitania
Sahara meridionale: terra incognita, Bint al-Sudan, terra dei neri
 
In una prospettiva di lungo periodo, la nozione di continente africano è in realtà abbastanza recente e deriva soprattutto da una costruzione politica, ovvero da un ideale panafricanista.
 
Valentin-Yves Mudimbé: L'invenzione dell’Africa (1988): assonanza con la critica di Edward Saïd all'orientalismo.
Ancora oggi in Francia, Africa=africa subsahariana, cioè l’antico territorio coloniale 
La composizione di questo panel lo testimonia a suo modo. Zero Nord Africa. Zero Africa anglofona o lusofona.
Colpisce notare che MAE (ministero affari esteri?) è diviso in 2 dipartimenti : ANMA vs DAOI
Lo stesso vale per il Sahel: da Capo Verde all'Eritrea, non il G5 francofono
 
Queste precauzioni semantiche mi portano a una prima osservazione: l'Africa è troppo diversa perché si possa pensare alla pace a livello continentale. Non esiste una soluzione unica già confezionata per risolvere i conflitti e dobbiamo adattarci ai contesti locali. Non c'è paragone tra Mauritius, Capo Verde (attività di servizio), Botswana (ricco di risorse ma in pace) e Mali o Somalia (poveri di risorse) o Angola e Sud Sudan (ricchi di risorse).
Lingua portoghese.
 
Permettetemi una piccola digressione sulla teoria della maledizione delle risorse. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Abbondanza o scarsità. Conflitti perché non ci sono abbastanza risorse o perché ce ne sono troppe? Ci riporta al problema di fondo: …. e ridistribuzione delle ricchezze.
Mostra anche l’insufficienza delle spiegazioni dei conflitti con la povertà (Malawi povero ma in pace). La soglia di povertà non determina la propensione al conflitto.
 
Evidemment pas de solution en 10mns. Je dois me contenter de quelques évidences d’une banalité absolue.
Ovviamente non si può proporre una soluzionein 10 minuti.  Devo accontentarmi di esporre alcune considerazioni assolutamente banali.
 
1) La pace è nelle mani degli africani, non della Francia, degli Stati Uniti o dei Russi.
Esportazione di modelli di risoluzione dei conflitti “chiavi in mano”, spesso poco adatti alle realtà locali.
 
2) È importante riconoscere i limiti dell'uso della forza per risolvere i conflitti in un quadro multilaterale, nazionale o micro (ovvero a livello molto localizzato).
Penso alle operazioni di pace delle Nazioni Unite o alla guerra globale al terrorismo.
Ma anche alle FDS africane (forces de defense et de securité=forze di difesa e di sicurezza, eseriti di interposizione africani): la repressione indiscriminata alimenta e infiamma i conflitti.
Le SDF contribuiscono alla violenza attraverso ciò che fanno o non fanno.
Per difetto: l'incapacità di proteggere i civili li spinge (i civili) verso i movimenti ribelli.
Attivamente: uccidono i civili: desiderio di vendetta.
Sanzioni economiche per prosciugare le risorse del nemico: incoraggiano i contadini a partecipare ai saccheggi per sopravvivere e sfamarsi.
2 parole chiave per capire l'inadeguatezza delle FDS (e l'inanità delle operazioni mil occ= militari occidentali?)): corruzione e impunità.
 
Non c'è speranza di progresso se non si affrontano questi due punti.