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Katherine Marshall

Vicepresidenta de la G20 Interfaith Association, EEUU
 biografía
“Minaccia esistenziale”: queste parole, questo avvertimento dal profondo, trasmette la complessità delle sfide che l'umanità deve affrontare quando il ritmo del cambiamento climatico si fa più rapido. E richiede audacia, coraggio, immaginazione e una volontà comune. La domanda principale di questa mattina è: come le comunità religiose, ciascuna e insieme, possono agire per rafforzare questa volontà, incanalare il coraggio contro le reazioni contrarie, rendere vive le visioni dell'immaginazione e superare i dubbi e le divisioni con un'audacia che sgorga dallo spirito.
 
Gli allarmi, speculativi e scientifici, sul cambiamento climatico hanno generato dibattiti e richiami ad agire lungo diversi decenni, ma oggi tempeste violente, incendi mortali, siccità e caldo torrido trasformano le minacce in realtà. Le fosche prospettive che ci attendono sono rappresentate con immagini e argomenti vividi. Soprattutto i giovani si mobilitano e chiedono di agire di fronte a un futuro incerto. Ma le promesse fatte sono troppo spesso disattese e gli impegni non si traducono in azione pratica. Sappiamo bene che è necessario fare molto di più e che è urgente agire.
 
Ma agire come? I passi essenziali per affrontare il cambiamento climatico richiedono azioni che vanno al di là di ciò che una singola nazione o istituzione può realizzare. Cambiare il consumo di energia richiede una volontà collettiva e la disponibilità ad apportare cambiamenti fondamentali negli stili di vita e nelle aspettative. Coloro che dubitano o che sono prigionieri del presente contribuiscono alla frustrante inerzia che contrasta quell'azione coraggiosa che le minacce del momento richiedono di intraprendere.
 
Il ruolo che le istituzioni e le comunità religiose possono svolgere è importante, ma anche difficile. Vi sono fondamentali questioni etiche che sfidano la teologia e l'immaginazione morale. È essenziale investire sulla consapevolezza e sulla volontà della comunità. Occorre superare le tendenze campanilistiche a concentrarsi su ciò che è vicino e familiare, così come la propensione umana all'egoismo e a schivare le difficoltà. Ciò richiede immaginazione per anticipare ciò che verrà e prevedere con una forza consapevole l'impatto sulle persone e sui sistemi nel lungo periodo, vedendo tutti come parte di una casa comune, di un benessere da condividere.
 
Oggi abbiamo un gruppo di relatori straordinari e diversificati, che esploreranno queste questioni, evidenziando le minacce ma anche i percorsi audaci per cui siamo chiamati a impegnarci dalla Comunità di Sant'Egidio.