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Mohammad Al-Mahrasawi

Rettore dell'Università di Al-Azhar, Egitto
 biografia
La pace illimitata da un punto di vista islamico.
 
In nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso e della Pace di cui parla nel suo Libro: “O gente della Scrittura, […]! Una Luce e un Libro chiaro vi son giunti da Dio. Con essi Dio guida sulla via della salvezza quelli che tendono al Suo compiacimento. Dalle tenebre li trae alla luce, per volontà Sua li guida sulla retta via.” (Mâ'ida/La tavola imbandita: 15 – 16). E pace e benedizioni su Mohammed, il nostro incoronato messaggero, signore e padrone dell’Umanità: “In verità tu guiderai sulla retta via, la via di Dio, Colui Cui appartiene tutto quel che è nei cieli e sulla terra. Sì, ritornano a Dio tutte le cose.” (ash-Shura/La Consultazione: 52 – 53).
 
Gentili signori e signore,
 
Saluto tutti voi con il saluto dell'Islam, cioè la pace; la pace e la misericordia e le benedizioni di Dio siano con voi.
 
All’inizio, consentitemi di estendere i miei sinceri ringraziamenti e apprezzamenti al Prof. Marco Impagliazzo e tutti i colleghi della Comunità di Sant'Egidio per il gentile invito a partecipare a questo incontro.
 
In questa sede, posso affermare che la pace, come un affetto universale che accomuna i cuori estromettendo l’odio dalle anime e dalle persone, è radicata in tutte le religioni monoteiste, compresa la religione islamica. Vorrei affermare ancora una volta che, nella storia umana, nessuna religione, nessun principio o nessun pensiero ha concepito a pieno il concetto della ‘pace illimitata’, come la religione islamica. Gli insegnamenti della religione islamica sono giusti e pii al massimo grado, ma spetta agli uomini riconoscere questo e trasformarlo in realtà. Quando essi non lo riconoscono, ricorrono a slogan appariscenti e filosofie che limitano il contenuto di ‘pace illimitata’. Nel Corano, la parola ‘pace’ e i suoi derivati sono stati menzionati centoquaranta volte.
 
Numerosi sono gli insegnamenti dell'Islam che sottolineano che quanto più si estende la pace nei cuori delle persone e sulla Terra, tanto più cresce il senso di rassicurazione, conforto e soddisfazione per ciò che Dio ha creato di bello nella sua creazione e nei suoi orizzonti e quindi si raggiunge facilmente la desiderata conoscenza umana, caratterizzata dalla pietà.
 
In questo discorso, va sottolineato che al-Azhar è l’istituzione più attiva in questo campo, che cerca di realizzare le speranze dei popoli e di consolidare i valori della pace mondiale tra la gente e di gettare le basi per la convivenza pacifica. Chi segue gli sforzi del Grande Sceicco di al-Azhar, prof. Ahmed Tayeb, si rende subito conto di ciò che fa il Grand Imam al fine di consolidare la pace con l’altro e di diffondere la cultura della convivenza pacifica tra gli esseri umani, incluso l’evento attuale.
 
Concetto di pace illimitata:
 
Il concetto di pace nella nostra religione islamica è un concetto universale il cui significato ruota attorno alla arrendevolezza, alla sicurezza, alla riconciliazione, alla tranquillità, alla soddisfazione, all’affetto, alla giustizia verso di sé e verso gli altri. Il mondo di oggi ha urgentemente bisogno di almeno uno di tutti questi valori.
 
La cosa più sublime di questo nome o di questo concetto è che uno dei nomi di Dio che Egli dà a Sé nel Suo Libro: “Egli è Dio, Colui all'infuori del Quale non c'è altro dio, il Re, il Santo, la Pace, il Fedele, il Custode, l'Eccelso, Colui Che costringe al Suo volere, Colui Che è cosciente della Sua grandezza. Gloria ad Dio, ben al di là di quanto Gli associano.” (aI-Hashr/L'Esodo: 23); perché è protetto dai flagelli del cambiamento e degli incidenti, è Eterno, perisce la creazione ed Egli non perisce ed Egli è Onnipotente.
 
Dio, la Pace, ha sintetizzato la sua chiamata all'umanità come fatta espressamente per la Dimora della pace: “Dio chiama alla Dimora della Pace […].” (Yûnus/Giona: 25), quindi la attribuisce a Sé perché tutti sappiano che i vincitori di questa Dimora, piena di grazie e di benedizioni sono al sicuro. Questa è la Dimora della Pace in cui prevale una pace perpetua e il saluto di coloro che ci vivono sarà ‘Pace’: “[…]. Gli angeli andranno a visitarli, entrando da ogni porta [e diranno]: “Pace su di voi, poiché siete stati perseveranti. Com'è bella la vostra Ultima Dimora”. (ar-Ra'd/Il Tuono: 23 - 24). Questo sarà il saluto dei credenti quando incontreranno Dio: “Nel Giorno in cui Lo incontreranno, il loro saluto sarà: “Pace”. Egli ha preparato per loro generosa ricompensa.” (al-Ahzab/I Coalizzati: 44).
 
La cosa nuova che vogliamo sottolineare in questo discorso è rappresentare in realtà questo significato globale di ‘pace illimitata’, che è ciò che il Profeta dell'Islam e della pace, pace e benedizioni su di Lui (pbsl), usò per tradurre in modo pratico a tutti il concetto della pace globale senza confine. Hussein Ibn Ali narrò che, quando chiese a suo padre della biografia di suo nonno, il Profeta (pbsl),  il padre disse: “Il Messaggero di Dio era sempre felice e educato. C'era sempre un sorriso e un segno di felicità sul suo volto benedetto. Aveva un carattere gentile e quando le persone avevano bisogno della sua approvazione, dava facilmente il consenso. Non parlava in tono aspro, né aveva il cuore duro. Non urlava mentre parlava, né era scortese o parlava indecentemente. Non ha cercato i difetti degli altri. Si teneva lontano da un linguaggio indesiderabile.”
 
Aggiunse “Egli si allontanò completamente da tre cose: da discussioni, orgoglio ed espressioni insensate. Proibì alle persone tre cose: che non disonorassero né insultassero nessuno, né cercassero i difetti degli altri, parlava solo di ciò da cui si poteva ottenere ricompensa. Quando parlava, i presenti restavano immobili in segno di rispetto. Quando finiva il suo discorso, solo allora gli altri potevano iniziare a parlare. Ogni volta che qualcuno gli parlava, gli altri tacevano e ascoltavano fino a che egli non finiva. La parola di ciascuno era per lui la più importante. Quando tutti ridevano per qualcosa, anche Lui rideva. Mostrava anche Lui la Sua sorpresa alle cose che sorprendevano la gente. Aveva pazienza per le domande indecenti. Quando qualcuno lo ringraziava per un buon favore o una buona azione, rimaneva in silenzio. Non interrompeva nessuno mentre parlava. Se uno avesse superato i limiti lo avrebbe fermato: si alzava e se ne andava.”
 
I testi del Corano e della Sunnah, che invitano a consolidare la ‘pace illimitata’ e a diffonderne la cultura tra gli abitanti della terra, sono così tanti che non si possono elencare in così poco tempo, ma è sufficiente soffermarsi sul punto che l'Islam, attraverso il consolidamento del principio di pace, ha cercato di raggiungere la convivenza tra i vari popoli del mondo.
 
Chi segue gli insegnamenti della nostra Guida (pbsl), scopre che il Profeta incarnò in realtà la ‘pace illimitata’ applicandola su Sé stesso, sulla Sua famiglia, sul Suo popolo e su tutti; e che, basandosi sui Suoi insegnamenti, prese avvio la chiamata dell'Islam alla ‘pace illimitata’, considerate la regola totale dell'Islam, la quale implica la pace dell’uomo con sé stesso, con la propria famiglia, con la propria società e con il mondo intero.
 
Primo tipo: Pace dell’Uomo con sé stesso
 
La pace dell’Uomo con sé stesso si considera la prima fase per la pace nel mondo e il primo grado della pace globale e illimitata. Quando l’uomo raggiungerà la pace con sé stesso, troverà sicuramente la pace con la propria famiglia, con il proprio paese e con la propria comunità.
 
Il segno di questo tipo di pace è che la vita dell’uomo è senza rivali né odi. Questo è ciò che il Messaggero di Dio (pbsl) instillò nelle anime dei Suoi Compagni quando mostrò loro che, tra il popolo del Paradiso, ci sono persone poco conosciute che non portano nelle loro anime odio per nessuno: “Ora un uomo del popolo del Paradiso apparirà davanti a voi.” In quel momento entrò un uomo che tutti conoscevano. Quando quell’uomo se ne andò, uno dei Compagni lo seguì per chiedergli cosa avesse fatto perché il Profeta (pbsl) gli avesse promesso il Paradiso. Dopo aver constatato che il comportamento dell'uomo era normalmente retto e in armonia con i regolamenti dell’Islam e gli insegnamenti del Profeta, ma senza alcunché di più tale da fargli meritare quell’onore, il Compagno gli chiese: “Perché - allora - il Messaggero di Dio (pbsl) ti ha promesso il Paradiso?” L'uomo disse: “Io prego come pregate, faccio il digiuno quanto lo fai te e pago la Zakat come paghi te, ma io la notte dormo senza aver nel mio cuore rancore e odio per nessuno.”
 
La cosa più pericolosa che minaccia il mondo di oggi è la perdita della pace dell’uomo con sé stesso e la mancanza di riconciliazione con sé stesso, che si riflettono in dimensioni serie sulla pace con gli altri. La costituzione divina «il Corano» non si occupa del trattamento di un personaggio tanto quanto del personaggio «ipocrita»; questo personaggio quando non perde la pace con sé stesso, perde la pace con la propria comunità e perciò dice con la lingua ciò in cui non crede il suo cuore, allinea mali diversi da ciò che mostra, non mantiene le promesse, teme che la gente sveli la sua verità e vive in una paura profonda, credendo che si tratti di una sensazione temporanea che a un certo punto finirà, ma resta con lui fino all'ultimo giorno in questo mondo, si trasferisce con lui nell'Aldilà e, infine, lo conduce all’Inferno: “Quando vi giungeranno, il loro udito, i loro occhi e le loro pelli renderanno testimonianza contro di loro, per quello che avranno fatto. E diranno alle loro pelli: “Perché avete testimoniato contro di noi?”. Risponderanno: “È stato Dio a farci parlare, [Egli è] Colui Che fa parlare tutte le cose. Egli è Colui Che ci ha creati la prima volta e a Lui sarete ricondotti”. (Fussilat/Esposti chiaramente: 20 – 21)
 
Colui che ha i comportamenti deviati è anche tra le persone a cui manca la pace e la riconciliazione con sé stesso. Quindi come mai può esserci pace tra lui e gli altri?
 
Colui che è deviato dalla via della vita religiosa o legale non può in primo luogo raggiungere la pace con sé stesso, come può quindi raggiungerla con gli altri; alla luce del principio "nemo dat quod non habet" (nessuno dà quel che non ha)
 
Secondo tipo: Pace dell’Uomo con la propria famiglia
 
Questo tipo è la seconda fase nel progetto ‘Pace islamica illimitata’, un principio e un'origine islamica, come dimostrano le parole del Profeta narrate da Ibn Majah nella sua Sunnah: “Il migliore di voi è colui che è il migliore per la sua famiglia e io sono il migliore di voi per la mia famiglia.”; e quelle narrate da Abd-Allaah ibn Amr: “Il migliore di voi è colui che è il migliore per sua moglie.”
 
La famiglia nel primo hadith include parenti in generale e mogli in particolare: nei suoi rapporti con la Sua famiglia, il Profeta (pbsl) incarnò un modello di umanità fino al Giorno del Giudizio e un messaggio a molte famiglie del mondo che, al posto della pace, hanno conflitti non pacifici tra mariti o tra membri della famiglia.
 
Il Profeta (pbsl) stabilì una pace familiare illimitata: Lui amava molto le sue mogli e i suoi figli, non era mai arrogante, aiutava le sue mogli nei lavori domestici nonostante la sua virilità completa, accettava le loro scuse e ascoltava i loro consigli. Al momento di stipulare l’Accordo di al-Hudaybiyya, il Profeta (pbsl) ascoltò il consiglio di Sua moglie di radersi la testa, di massacrare un animale sacrificale e di liberarsi dallo stato di Iḩrām.
 
Terzo tipo: Pace dell’Uomo con la propria comunità.
 
Questo aspetto rappresenta la terza fase del progetto di ‘Pace islamica illimitata’. Esso costituisce un principio e un fondamento islamico. Si tratta della pace con la società, rappresentata da un fratello nell'umanità qualunque sia la sua convinzione, il suo sesso o il suo colore. È un tipo di pace che previene l’ostilità, l’odio, il rancore che, a loro volta, portano a guerre, a distruzione e a caos. L'Islam ha ordinato la pace perché essa, in conformità con il Corano, porta all’amore e respinge quindi l'odio: “Respingi quella con qualcosa che sia migliore: colui dal quale ti divideva l'inimicizia, diventerà un amico affettuoso.” (Fussilat/Esposti chiaramente: 34). Ciò significa respingere con la pace le cattive azioni. Se questo principio venisse applicato, la pace prevarrebbe in tutto il mondo.
 
La realtà degli uomini è che sono invidiati a motivo della grazia e sono perseguitati dal danno intenzionale: se l'uomo non è pacifico, viene colpito dall’invidia e dominato dai capricci dei suoi nemici, non gode quindi della grazia e non ha una vita serena. Se invece è pacifico, vince, grazie a questa sua pace, sui suoi nemici, e viene protetto dall'invidia, gode quindi della grazia e ha una vita serena.
 
Il Profeta riassunse questo concetto in una frase nel suo sermone del giorno d'addio: “Volete sapere chi è il vero credente? Il credente è quello da cui le vite e la ricchezza delle persone sono al sicuro; e il musulmano è quello dalla cui lingua e mano le persone sono al sicuro ", che ha liberato i musulmani dalla sua lingua e dalla sua mano.
 
Quarto tipo: Pace dell’Uomo con il mondo intero.
 
Esso rappresenta la quarta fase del progetto di ‘Pace islamica illimitata’, che rappresenta l'anello mancante dei principi, delle idee e delle politiche contemporanee. È la dimensione più ampia della ‘Pace islamica illimitata’ed è la pietra miliare di tutte queste tendenze umane.
 
Nei suoi insegnamenti, l'Islam mostra la brillante immagine della ‘pace islamica illimitata’ con i non musulmani, sia che essi vivano assieme a noi in un'unica patria o meno. Ciò aiuta a conquistare i loro cuori e a portarli ad accettare l'Islam, come nel versetto: “Dio non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione e che non vi hanno scacciato dalle vostre case, poiché Dio ama coloro che si comportano con equità. Dio vi proibisce soltanto di essere alleati di coloro che vi hanno combattuto per la vostra religione, che vi hanno scacciato dalle vostre case, o che hanno contribuito alla vostra espulsione. Coloro che li prendono per alleati, sono essi gli ingiusti.” (al-Mumtahana/L'Esaminata: 8 – 9).
 
Uno di questi insegnamenti è che un musulmano è legalmente tenuto ad aiutare chi gli chieda aiuto, a proteggerlo e a farlo tornare a casa in sicurezza. Alcuni studiosi sostengono addirittura che, nell'Islam, un visto concesso da uno Stato a un cittadino straniero, per motivi religiosi o mondani, sia un contratto di sicurezza che deve essere rispettato. Dio dice: “E se qualche associatore ti chiede asilo, concediglielo affinché possa ascoltare la Parola di Dio, e poi rimandalo in sicurezza. Ciò in quanto è gente che non conosce!” (at-Tawba/Il pentimento o la disapprovazione: 6)
 
Sì, signore e signori,
 
Oggi siamo qui per cogliere i frutti della pace con i non musulmani, come la cooperazione reciproca e lo scambio di esperienze nei vari campi dell'educazione, dell’industria, del commercio e dell’agricoltura, al fine di portare il bene e lo sviluppo per l'umanità e la sicurezza all’intero mondo. Il Corano dedica una Sura (al-Mumtahana/L'Esaminata) che include i principi generali dei rapporti con i non musulmani e include i concetti di affetto e di giustizia. Dio accomuna in questo tutti coloro che seguono la dottrina della religione di Abramo, prima religione celeste: “Invero avete avuto in loro un bell'esempio, per chi spera in Dio e nell'Ultimo Giorno.” (al-Mumtahana/L'Esaminata: 6)
 
Il Messaggero di Pace applicò questo concetto e, nei suoi insegnamenti, esortò a seguirlo. Quando raggiunse Medina, uno dei comandamenti che fece sentire a coloro che sedevano intorno a lui era: “O gente, porgete i saluti (dicendovi l'un l'altro), mantenete i rapporti con i vostri parenti, date da mangiare (alle persone) e pregate di notte quando le persone dormono ed entrerete in Paradiso in pace.”
 
Come forma di saluto, l'Islam scelse la parola ‘pace’. E diffondere la pace è un segno di amore, un segno di verità ed è anche una prova della fede di coloro che la pronunciano e la diffondono tra le persone, perciò il Profeta condizionò l’entrata in Paradiso alla diffusione della pace: “Non entrerete in Paradiso finché non crederete; e non crederete finché non vi amerete l'un l'altro. Devo informarvi di qualcosa che, se lo fate, vi amerete l'un l'altro? Promuovete i saluti tra di voi.”
 
Il Profeta mise in evidenza che il dovere più importante di coloro che si siedono per le strade è ricambiare il saluto con coloro che passano: “Se insistite sul sedervi per la strada, allora rispettate i diritti della strada.” Loro gli chiesero: “Quali sono i diritti dovuti alla strada?” Lui gli rispose: “[…], restituire i saluti.”
 
Quando coloro che si siedono per la strada ricambiano il saluto con coloro che passano per la strada trasmettono una certa sicurezza e senso di tranquillità.
 
L'Islam proibisce ogni forma di aggressione – fisica o verbale – contro i non musulmani che hanno legami di alleanza o accordi con i musulmani, come dice il Profeta: “Chiunque uccida un alleato (una persona a cui viene concesso il pegno di protezione dai musulmani) non sentirà il profumo del Paradiso che si può sentire a distanza di quaranta anni (di viaggio).”
 
Infine, la strada che conduce alla ‘Pace islamica illimitata’è il conoscersi l’un l’altro misto con la pietà: “O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Dio, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Dio è sapiente, ben informato.” (al-Hujurat/Le Stanze Intime: 13).
 
L'importanza della pace è evidente nel raccoglierne i frutti, tra cui ricordiamo:
 
-  Sensazione di tranquillità: il senso di conforto e sicurezza è uno dei concetti più importanti associati alla pace tra Stati e società in cui vi è uno stato di stabilità psicologica tra i membri di questi popoli.
 
-  La conservazione di vite e proprietà; le guerre reclamano molte vite in vari paesi del mondo, oltre al grave danno materiale subito dai paesi coinvolti in uno stato di guerra.
 
-  Lo sviluppo delle società: non può esserci rinascita umanitaria nei paesi che non vivono in uno stato di pace in cui dominano turbolenze permanenti, paura di uscire e di non tornare, oltre all'impatto dello stato di guerra sulle condizioni economiche, sociali e di vita degli individui, il che colpisce il settore industriale, agricolo e commerciale.
 
-  In conclusione, non posso fare a meno di rivolgermi a Dio, Onnipotente, chiedendoGli che la pace e l'armonia prevalgano in tutto il mondo e che tutte le persone – comunque siano i loro colori, le loro idee e le loro credenze – vivano come fratelli, come Dio volle. Pace e benedizione di Dio siano sul Profeta, Mohammed, sulla Sua famiglia e sui Suoi compagni. Che la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di voi.
 
Il discorso del Grande Imam pronunciato ai fedeli in Occidente all'Università di Münster, era caratterizzato da estrema franchezza e sincerità:
 
«Illustri signori: come mai il concetto di pace nelle religioni è arrivato a questa complessa realtà? La risposta con cui concludo è: bisogna prima raggiungere la pace tra i religiosi stessi, non tra i religiosi della stessa religione, ma tra loro e gli intellettuali e i politici le cui decisioni spesso dipendono dagli interessi e dagli scopi assai lontani dai valori e dai principi umani. Questo dilemma ha, in primo luogo, bisogno di un dialogo che cerchi i numerosi punti di affinità tra le varie religioni. Se i religiosi non si riconciliano tra loro, non c'è speranza nella loro capacità di chiedere la pace e predicarla tra le persone, alla luce del principio "nemo dat quod non habet" (nessuno dà quel che non ha)».
 
Affermando ciò che aveva già detto, ha aggiunto: “Nonostante tutti i successi, come mai la pace nel mondo è diventata il paradiso perduto? Come mai l'era dei diritti umani ha assistito ad atti barbari, mai visti prima? La risposta, e penso che siate d'accordo con me, è che la moderna civiltà ha trascurato le religioni divine, i loro solidi valori morali che non si alterano a seconda degli interessi e degli scopi, e a seconda dei capricci e delle concupiscenze. Va prima di tutto ricordato il valore della fratellanza, della conoscenza, dell’amore e della compassione tra gli uomini. Bisogna ricordarli costantemente che tutti sono figli di Dio e che Dio ama più coloro che fanno del bene agli altri; in modo che il mondo non si trasformi in una foresta di mostri feroci.
 
Credo che la terra sia ora preparata affinché le religioni assumano il proprio ruolo nell'evidenziare il valore della pace, della giustizia, dell'uguaglianza e del rispetto per gli esseri umani, indipendentemente dalla loro religione, dal loro colore, dalla loro razza e dalla loro lingua: “In verità abbiamo onorato i figli di Adamo, li abbiamo condotti sulla terra e sul mare e abbiamo concesso loro cibo eccellente e li abbiamo fatti primeggiare su molte delle Nostre creature.” (al-Isrâ'/Il viaggio notturno: 70); e ancora: “O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda.” (al-Hujurat/Le Stanze Intime: 13).
 
Al-Azhar sta ancora cercando di cooperare nel campo della religione per consolidare la filosofia della convivenza, per rilanciare la metodologia del dialogo e il rispetto per le religioni degli altri e per lavorare insieme nell'area concordata tra i credenti delle varie religioni. Lavoriamo quindi insieme per il bene dei deboli, dei vulnerabili, degli affamati, dei timorosi, dei prigionieri e dei tormentati nella terra senza classificazione o discriminazione alcuna.