17 Septiembre 2019 10:00 | Sala Valle Inclán, Círculo de Bellas Artes
Intervento di Jaron Engelmayer
Illustri partecipanti al panel, gentili Signore e Signori
Ringrazio molto la Comunità di Sant’Egidio per avermi invitato a parlare in questo Panel perché è un grande onore per me.
Ho la sensazione che ci sia un comune sentire in questa sala, cioè che i luoghi di preghiera e culto debbono essere preservati e protetti. Ma è importante capire il perché debba essere così e cosa potrebbe succedere se non lo fossero. Per questo vorrei focalizzarmi sui seguenti punti secondo la prospettiva ebraica.
Il significato dei luoghi santi: il Tempio di Gerusalemme allora e oggi e le Sinagoghe;
Cosa accade se questo genere di posti è distrutto e come fare riferimento ad altri luoghi di culto
Il Significato dei luoghi santi per il popolo e la religione ebraica
Perché abbiamo bisogno di luoghi di preghiera?
Quando un giovane ragazzo ebreo andò per la prima volta con suo padre in Sinagoga, gli chiese: “ Papà che cos’è la Sinagoga? E suo padre gli rispose: “Questa è la casa di Dio”. “Ma papà, Dio non è in ogni luogo?” “Hai ragione figlio”, rispose il padre dopo averci pensato, “ma in questa casa Dio ha i suoi affari”
A differenza del giovane figlio, noi dobbiamo provare a trovare una spiegazione più profonda del significato dei luoghi di culto ebraici.
Era pressappoco all’inizio della sua storia, quando il popolo ebraico fece i primi passi dopo essersi liberato dalla schiavitù d’Egitto, che il concetto essenziale del santo Tempio e del luogo santo presero forma per diventare il traguardo finale della loro storia. Dopo aver attraversato indenni il Mar Rosso, scampati all’esercito Egiziano, Mosè e gli Israeliti intonarono un canto a Dio che ancora oggi recitiamo nelle nostre preghiere quotidiane, dove si dice: “ Li hai presi (gli Israeliti) e posti sul monte della tua eredità …il Tempio Santo, o Signore che le tue mani hanno fondato... Il Signore regnerà per sempre e in ogni tempo” (Esodo 15, 16/18).
Mentre vagavano attraverso il deserto un santo Tempio fu costruito in forma di tabernacolo, ma il luogo determinato “sulla montagna della tua eredità” sopra menzionato, fu presto ben conosciuto, dal momento che lì cose importanti vi si svolsero nei primi tempi, come per esempio il sacrificio del figlio Isacco da parte di Abramo: è il monte del Tempio di Gerusalemme (Maimonide, Laws of the “Chosen House” 1,2) Così 3000 anni fa il Re Davide comprò quel sito e dichiarò che Gerusalemme sarebbe stata la capitale del suo regno e suo figlio il Re Salomone vi eresse il santo Tempio.
Dopo 410 anni il Tempio venne distrutto dai Babilonesi e il popolo ebraico fu deportato in Babilonia. 70 anni dopo questi fatti il Tempio venne ricostruito, sempre nello stesso luogo (il monte del Tempio) e rimase intatto per circa 420 anni, prima di essere distrutto di nuovo dai Romani.
Sebbene il Santuario non fu più ricostruito in questi circa 2000 anni, i nostri Saggi hanno stabilito che quel luogo non ha mai perso il suo carattere sacro. Infatti, nonostante un così lungo tempo, da allora fino ai nostri giorni, il monte del Tempio rimane il luogo più santo per il popolo ebraico. Ogni preghiera ebraica, in qualsiasi parte del mondo, è rivolta verso Gerusalemme, dove confluiscono tutte le preghiere, degli Ebrei e non Ebrei, raccolte insieme e sollevate verso il cielo!
Può accadere facilmente, incontrando in qualsiasi parte del mondo un gruppo di Ebrei che vogliono pregare, che si blocchino in una discussione su quale sia la direzione di Gerusalemme, per poter pregare nella direzione giusta. In tal caso puoi essere di grande aiuto se hai con te una bussola, per mostrare la giusta direzione, mettendo quindi fine a siffatte discussioni e liberando quindi la preghiera! Si possono trovare anche speciali libri di preghiere che sono fatti come delle bussole (come questo).
Risale al periodo dell’esilio Babilonese, circa 2500 anni fa, la costruzione della prima Sinagoga, voluta dai Profeti di allora, quali Daniele ed Ezechiele. Queste costruzioni furono chiamate “Mikdash me-at” che significa “piccoli santuari” (Ez 11,15), in memoria del Tempio distrutto a Gerusalemme. Da allora fino ad oggi le Sinagoghe hanno occupato un posto centrale nella vita degli Ebrei in diaspora nel mondo, fornendo ad ogni Ebreo come un’isola e un’ancora di salvezza, essendo loro stranieri in terra straniera. Questo è il motivo perché sono chiamate “Case dell’Assemblea” – “Beit Haknesset”, perché è li che gli Ebrei possono radunarsi insieme, pregando Dio secondo la loro tradizione, ma anche facendo crescere una comunità unita dal punto di vista sociale e culturale, sentendosi così a casa propria. A volte i membri della Comunità si sentono cosi tanto a casa loro quando sono in sinagoga che una volta un Rabbino fu costretto a rimproverarli durante un suo sermone: “ se chi è seduto in terza fila chiacchierasse più sommessamente, così come quelli che mangiano nella seconda fila, disturberebbero di meno quelli che stanno dormendo in prima fila …”
Naturalmente questo non è il comportamento giusto e frequente in una Sinagoga, dal momento che è uno spazio sacro e la sua santità deve essere rispettata. Le leggi Ebraiche stabiliscono che anche quando una Sinagoga non è funzionante o vuota, la sua santità resta comunque e come tale deve essere rispettata.
Il solo caso in cui la Sinagoga perde la sua santità e diventa quindi un edificio comune, è quando la Comunità decide di cambiare lo status del luogo, in ottemperanza alle leggi ebraiche, come per esempio se si decide di costruirne una nuova e la vecchia viene venduta.
Cosa accade se questo genere di luoghi viene distrutto
Il popolo Ebraico può raccontare cosa succede quando i luoghi santi sono distrutti. La distruzione del Tempio Santo di Gerusalemme è motivo di lutto profondo da 2000 anni ad oggi. Tutti gli anni il popolo Ebraico digiuna parecchi giorni e osserva il lutto per tre settimane complete! La ragione non è solo la dolorosa perdita della santità del Tempio e della presenza di Dio in esso, ma anche per le conseguenze gravi per il popolo Ebraico, costretto alla diaspora e a subire ogni sorta di efferatezze, come dimostra chiaramente la sua storia da allora.
Tuttavia dal punto di vista storico è più vicina e attuale la distruzione di oltre mille Sinagoghe operata dai Nazisti nel 1938 durante la “notte dei cristalli”: dopo aver rotto le finestre, fu appiccato il fuoco a più di mille edifici, la notte del 9 novembre del 1938, 10.000 finestre preziose con vetrate di cristallo delle Sinagoghe in tutta la Germania furono distrutte dai Nazisti e rovinati dal fuoco appiccato agli edifici stessi. Questo ci dà un’idea di ciò che accade quando i luoghi di preghiera sono presi di mira, e ciò che ne consegue: il genocidio.
Tre punti sono stati chiariti dalla notte dei cristalli:
Tutti hanno potuto vedere, le Sinagoghe sono state bruciate in luoghi centrali di quasi tutte le città. Nessuno dopo questi fatti può dire … Non lo sapevo, ..non avevo idea dell’odio sconfinato dei nazisti verso gli ebrei.
Già prima di questi fatti, il famoso scrittore Heinrich Heine aveva scritto in uno dei suoi libri: “ “Quando si bruciano i libri, bruceranno anche gli esseri umani”. Curiosamente è stato detto da Hassan nel libro “Almansor” a proposito della distruzione del Corano da parte dei Cristiani. Ma la storia ha chiarito che questo è vero anche in circostanze diverse, e si può applicare anche ai luoghi di culto, come si è dimostrato negli anni successivi alla notte dei cristalli.
L’odio dei nazisti non fu rivolto solo contro gli Ebrei e il popolo ebraico, ma anche contro la religione ebraica.
Infatti l’attacco contro i luoghi di preghiera è un attacco a coloro che credono nella preghiera, a motivo della loro convinzione. E’ un atto puro di intolleranza ed è impossibile da accettare dalle altre fedi e dagli altri credenti, perché mina alla radice la possibilità di una convivenza pacifica.
Quando in qualsiasi parte del mondo i luoghi di preghiera sono distrutti come atto d’odio, la sola reazione appropriata dovrebbe essere una chiara condanna da parte sia della religione che dei leader politici. Restare in silenzio infatti è un modo di approvazione e peggio, d’incoraggiamento a proseguire, quasi fosse una legittimazione agli occhi del mondo.
Deve esserci più consapevolezza tra le religioni che i luoghi di culto devono essere rispettati gli uni dagli altri e che ai credenti deve essere riconosciuto sempre il diritto d’accesso ai luoghi di preghiera.
Per me è incomprensibile perché agli Ebrei non sia consentito pregare nel luogo dove sorgeva il tempio, nonostante il fatto che per noi questo rappresenti il luogo più santo nel mondo.
Lo scorso anno ho chiesto alla signora Ministro della Giustizia di Israele quale legge proibisse la preghiera in quel luogo santo, ed ella mi ha risposto che non c’è nessun divieto legale, ma tale status è determinato solo da mere ragioni politiche. Questa situazione deve essere cambiata al più presto possibile.
Mi piacerebbe concludere con una prospettiva ottimistica: durante la mia esperienza come Rabbino di Colonia in Germania ad una nostra Comunità che viveva in un quartiere periferico, era stato concesso un edificio per il culto da parte della Chiesa Cattolica. Questo ci ha portato successivamente a costruire un unico edificio dove ora Cattolici, Protestanti e Ebrei pregano vicini gli uni agli altri come buoni vicini.
Se avessimo visto cose simili a queste qualche migliaia di anni fa la storia avrebbe potuto avere uno sviluppo completamente diverso…ma la storia non è fatta solo di passato, ma anche di futuro e questo è nelle nostre mani!
Grazie della vostra attenzione.