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Fabiola Ruszczyk

Chiesa cattolica, Polonia
 biografia

La civiltà globale è chiamata ad essere una civiltà dell’amore. La nuova cultura globale è lo spazio che la Chiesa ha il compito di evangelizzare. Parole del Santo Padre Benedetto XVI pronunciate nel Collège des Bernardins il 12 settembre 2008: "la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarlo, rimane anche oggi il fondamento di ogni vera cultura". Anche della cultura globale. Oggi diciamo che il mondo è diventato un villaggio globale, e le nuove tecnologie di trasmissione delle informazioni ci convincono fin troppo di questo.

Come dice Gesù, siamo nel mondo, ma non siamo di questo mondo. Tuttavia in realtà i cristiani, i discepoli di Gesù, sono ovunque minacciati dalla tentazione, spesso provocata dalla mancanza di conoscenza, di identificare erroneamente l’insegnamento sociale della chiesa con il sistema di concetti e valori proposto dall’etica globale.

La formazione morale e teologica della coscienza, richiamava il Servo di Dio Giovanni Paolo II, è una chiamata per ogni uomo. Oggi viene sostituita da attività che hanno lo scopo di "sviluppare la consapevolezza" e "sensibilizzare".
- Invece di insegnare l’uguale dignità dell’uomo e della donna, ci si occupa di "inserimento della questione dei rapporti uomo-donna nella corrente principale della politica mondiale".
- Al posto della vita con una speranza basata su Dio, si propone un "pensiero positivo".
- La libertà in Cristo, si sostituisce con la "libertà di scelta".        
- La gioia per la Buona Novella sull’amore misericordiosi di Dio, si sostituisce con l’entusiamo per i "diritti umani".
- Lo sviluppo coerente, rispettoso dei valori umani e delle culture, viene erroneamente identificato con i programmi di diverse organizzazioni internazionali.

Le parole del Signore Gesù ai suoi Apostoli sottolineano l’universalità della salvezza, che LUI ha compiuto: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni". (Mt 28,19).

Questo significato di universalismo religioso può quindi avere un grande significato nel processo di globalizzazione culturale, perché ogni autentico messaggio religioso è un’annuncio di salvezza e fraternità, giustizia e pace. Possono apparire difficoltà quanto diversi messaggi si scioccano o entrano in concorrenza.

Il mondo nell’epoca della globalizzazione ha bisogno del kerigma cristiamo. Ogni popolo e paese ha bisogno di tornare alle proprie radici. I diritti umani sono molto importanti, i valori sono molto importanti, ma essi devono avere riferimento al loro Creatore. Essi hanno la propria identità cristiana. Altrimenti nell’epoca della globalizzazione perdiamo questa identità. Oggi il mondo vorrebbe gradualmente secolarizzare la salvezza. L’allontamento dall’insegnamento sociale della Chiesa e del Vangelo, come vediamo purtroppo nel mondo di oggi, fa si che i fedeli si sentono disorientati, e questa confusione non aiuta lo sviluppo della fede.

La globalizzazione è un fenomeno non chiaro. Ha diverse dimensioni: economiche, politiche, culturali, ecc. Che non conduca l’uomo alla perdizione.

E’ necessario iniziare da Cristo. "Solo chi riconosce Dio, conosce la realtà e può rispondere ad essa in modo adeguato e realmente umano" – parole del Santo Padre Benedetto XVI pronunciate ad Aparecida, in Brasile.

Ma davvero, in chi abbiamo fiducia?

Dio è più grande dei problemi e delle sfide della globalizzazione.

DIO E’ AMORE E PACE.