Rispettato presidente, stimati relatori, dignitari e rappresentanti delle religioni del mondo,
È davvero un onore essere qui ancora una volta con la Comunità di Sant'Egidio per parlare a tutti voi come rappresentante dello zoroastrismo.
Il Mahatma Gandhi una volta disse dei Parsi - come gli zoroastriani sono conosciuti in India - che "i Parsi sono in numero inferiore al disprezzo, ma nel contributo, sono incommensurabili”.
Il defunto professor John Hinnells, professore di religione comparata all'Università di Londra, ha affermato che lo zoroastrismo è la prima religione del mondo ecologicamente consapevole. È solo paradossale che, sebbene oggi siano rimasti meno di centomila zoroastriani, non solo si sforzano di rispettare diversi aspetti della natura nella loro vita quotidiana, ma la loro filosofia ha anche influenzato il modo in cui le principali religioni del nostro tempo affrontano la questione della coscienza ecologica.
Uno dei testi zoroastriani, il Vendidad ha un passaggio che è una conversazione tra il profeta Zarathustra e il creatore Ahura Mazda, dove Zarathustra chiede ad Ahura Mazda,
‘O Creatore del mondo materiale, il Santo! Qual è il terzo posto in cui la Terra si sente più felice? Ahura Mazda risponde: "È il luogo dove uno dei fedeli semina più mais, erba e frutta, O Spitama Zarathushtra.! (È) dove egli innaffia il terreno asciutto, o drena il terreno troppo umido".
Questo passaggio implica un'ingiunzione di seminare i semi delle piante commestibili, di irrigare la terra asciutta e di drenare i terreni paludosi. In altre parole, di rendere fertile la terra improduttiva o di rimboschirla, come diremmo oggi.
Poiché ci siamo riuniti qui nello Spirito di Assisi e questo panel è convocato sul tema "Affrontare la realtà del cambiamento climatico", sarebbe opportuno leggere solo un passaggio dell'udienza generale di Papa Giovanni Paolo II del gennaio 2001 in cui ha detto:
“Sfortunatamente, se scrutiamo le regioni del nostro pianeta, vediamo immediatamente che l'umanità ha deluso le aspettative di Dio. L'uomo, soprattutto nel nostro tempo, ha senza esitazione devastato pianure e valli boscose, inquinato acque, sfigurato l'habitat terrestre, reso irrespirabile l'aria, disturbato i sistemi idrogeologici e atmosferici, trasformato aree rigogliose in deserti e intrapreso forme di industrializzazione sfrenata, degradando quell'"aiuola" che è la terra, nostra dimora.
A questo proposito, presenterò un breve documento a nome del dottor Homi Dhalla che oggi non è presente a causa di circostanze impreviste. Homi, che ha fatto parte della storia della Comunità sin dall'incontro di Assisi del 1986, ha colto l'occasione per evidenziare come due disastri ecologici si sono verificati in India nel 2023 a causa di una scarsa pianificazione e di uno sviluppo casuale, con conseguente perdita di vite umane e beni.
IN INDIA QUEST'ANNO DUE DISASTRI ECOLOGICI SONO POTUTI ACCADERE A CAUSA DI UNA SCARSA PIANIFICAZIONE
Per tanto tempo l'uomo ha sfruttato la natura in modo sconsiderato, ed ora ne stiamo affrontando le gravi conseguenze. Ciò ha provocato inondazioni, incendi, il riscaldamento globale, inquinamento, scioglimento di ghiacciai, ecc.
In India, il 40% delle zone umide è andato perduto negli ultimi 30 anni. Un rapporto stilato dalla città di Jaipur afferma che negli ultimi due decenni sono scomparse 31 colline della zona dell’Aravalis Superiore. Il secolo scorso ha visto la distruzione di quasi un terzo della copertura forestale del Paese. Molte specie di alberi, piante e insetti si sono estinte o stanno per esserlo. Le foreste vengono regolarmente disboscate per creare zone industriali, miniere, piantagioni intensive e pascoli.
In questo breve saggio desidero parlare di come, a causa di una scarsa pianificazione e di uno sviluppo disordinato, nel 2023 si siano verificati in India due disastri ecologici che hanno causato perdite in vite umane ed in beni materiali.
A gennaio, Joshimath, una piccola città dello stato dell’Uttarakhand, stava "sprofondando" ed è stato necessario evacuare migliaia di persone. Dal 2 gennaio, in sei settimane, in 868 case si sono sviluppate grandi crepe a Joshimath e dintorni. Enormi crepe erano visibili anche sulle strade. Nonostante questa situazione gravissima, quando l'ultima settimana di aprile vennero aperte ai devoti le porte del sacro santuario di Badrinath, nel giro di 24 ore 1.500 veicoli che trasportavano pellegrini attraversarono la città di Joshimath che stava “sprofondando”. Le autorità fecero un errore pericolosissimo nel concedere questa autorizzazione. A Badrinath anche la strada statale aveva sviluppato crepe. Intanto il primo ministro [dello stato dell’Uttarakhand N.d.T.] Pushkar Singh Dhami dichiarava compiaciuto: "L'anno scorso abbiamo avuto 4,5 milioni [“45 lakh”, in inglese indiano, N.d.T.] di pellegrini e quest'anno ci aspettiamo un'affluenza ancora maggiore". L'anno scorso pellegrini e turisti avevano lasciato dietro di sé montagne di rifiuti, alcuni dei quali sono finiti nel Gange.
Il problema degli edifici pericolanti si era verificato in molte altre località come Uttarkashi, Dehradun, Rishikesh, Nainital e Mussoorie. A Rishikesh si sono formate crepe in circa 110 case. Il 24 agosto 2023, ad Anni, nel distretto di Kullu dell'Himachal Pradesh, ci furono forti piogge. Il mattino cominciò a sprofondare il terreno sotto il mercato di Anni. Colpiti dalla pioggia, un po’ più tardi, otto edifici in cemento armato a più piani, costruiti su una collina con una pendenza di oltre 60 gradi, crollarono come un castello di carte.
Simla, conosciuta come la "Regina delle colline", era un tempo una pittoresca e graziosa località collinare che avevo visitato anni fa. Progettata per ospitare 25.000 persone, oggi ne ospita oltre 250.000, sfidando sfacciatamente ogni regola della geologia. Il Geological Survey of India (indagine geologica dell’India) afferma che nelle zone collinari si dovrebbe costruire solo su pendenze di 30 gradi o meno. Oltre il 90% degli edifici di Simla è stato costruito su pendenze di 45-60 gradi. In alcuni punti, gli edifici si trovano su pendenze di 70-75 gradi: una potenziale tragedia, in caso di frane e forti piogge.
I dati della Direzione dell'Energia (DoE) dell'Himachal mostrano che lo Stato aveva 164 progetti idroelettrici grandi e piccoli nel luglio 2021, S.P.Sati, un geologo dell'Uttarakhand afferma: “la costruzione ‘non scientifica’ di strade e progetti idroelettrici nell'Himalaya sta creando problemi all'ambiente. Esiste una precisa correlazione tra progetti idroelettrici e disastri naturali".
Conseguenza della migrazione in massa della popolazione dai villaggi alle città in cerca di lavoro è stata un'attività edilizia sconsiderata. Inoltre, il flusso continuo di milioni di pellegrini e turisti ha portato alla costruzione di piccoli e grandi alberghi e resort turistici. Anche la scarsa pianificazione, senza alcun rispetto per l'ecologia montana, ha portato a questo disastro. Secondo l'Agenzia Niti Aayog, il 75% dei centri urbani o delle città censite in India non ha alcun piano regolatore.
Subito dopo il cedimento del terreno a Joshimath, l'Autorità per la gestione dei disastri dello Stato dell'Uttarakhand (NSDMA) ha deciso di istituire un comitato di esperti per condurre uno studio tecnico-scientifico sulle città dello Stato. Se non si interviene tempestivamente, molti altri Joshimath incomberanno.
Una delle più importanti misure da prendere è l'introduzione di limiti rigorosi al numero di pellegrini e turisti. Ci sono esempi a livello mondiale da prendere in considerazione. Il Bhutan ha da tempo tracciato un percorso di ecoturismo facendo pagare ai turisti stranieri una tassa per lo sviluppo sostenibile pari a circa 200 dollari a persona per notte, come parte della sua strategia di turismo "ad alto valore e basso volume". Questa politica ha funzionato bene per l'ecologia e l'industria turistica del Bhutan.
Esistono politiche simili in America centrale e meridionale. Il Costa Rica rappresenta il 4% della biodiversità mondiale e dipende dal turismo per il 10% del suo PIL. Eppure è stata un'icona dell'ecoturismo, con iniziative come il programma Bandiera Blu Ecologia, che rispetta una serie di rigorosi parametri ambientali. In Cile, l'industria del turismo può operare solo in modo sostenibile all'interno di aree protette.
Il secondo disastro ecologico di cui vorrei parlare ebbe luogo nello Stato dell'Himachal Pradesh il 9 ed il 10 luglio 2023. Il fiume Beas si scatenò contro i distretti di Kullu e Mandi causando decine di vittime e distruggendo proprietà per milioni. A memoria d’uomo, è stata la più feroce distruzione causata dal fiume. La strada statale venne completamente spazzata via a Bahang, Kalath e Raison, vicino a Manali. Auto e camion furono sballottati come fossero giocattoli. Nella città di Bhuntar 35 case vennero spazzate via. L'antico tempio di Panchvaktra a Mandi fu sommerso. L'autorità per la gestione dei disastri dello Stato di Himachal ha stimato che circa 2200 case e 428 negozi sono andati perduti nell'intero distretto di Kulu.
Attivisti ed esperti del clima affermano che si tratta di una catastrofe causata dall'uomo. Dighe, attività minerarie, deforestazione ed invasioni di proprietà altrui contribuirono alla gravità delle inondazioni. La causa principale tuttavia è stato lo scarico dei rifiuti della costruzione delle strade direttamente nel fiume. Fango e ghiaia gettati in un fiume ostruiscono il flusso naturale e innalzano il livello dell'acqua. Il fiume sta ancora una volta cercando di dirci qualcosa: non si può ostruirlo e poi pretendere di averlo sotto controllo.
L'India deve imparare dal Bhutan, dal Costa Rica e dal Cile, modelli che, come abbiamo già detto, hanno avuto successo. Questi Paesi hanno indicato la strada, ma noi la percorreremo?