“Partiamo proprio dall’inizio, un bellissimo posto da cui iniziare…”
Il libro della Genesi, raccontando la storia della creazione, ci dice che Dio creò la terra e vide che era cosa buona, davvero molto buona. Ma, come sappiamo, le cose sono andate peggiorando…
Allora, a seguito di un evento atmosferico eccezionale, il Diluvio, Dio fece un’Alleanza con Noè:
Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne (Genesi 9,13-15b)
Ma qui c’è l’inghippo: la natura di un patto prevede che sia un accordo onorato dalle due parti. Dio è stato fedele a quello con la creazione, ma l’umanità non lo è stata. Isaia dipinge un quadro fosco di Gerusalemme:
È in lutto, languisce la terra; è squallido, languisce il mondo, sono desolati il cielo e gli abitanti della terra. La terra è stata profanata dai suoi abitanti, perché hanno trasgredito le leggi, hanno disobbedito al decreto, hanno infranto l’alleanza eterna. (Isaia 24,4-6)
Il vescovo David Atkinson, ricercatore chimico prima di diventare sacerdote della Chiesa di Inghilterra, riflette sul rapporto tra Dio, creazione ed umanità nel suo libro, Renewing the Face of the Earth (Rinnovare la faccia della terra). Ritiene che:
Una parte significativa del nostro problema è che abbiamo perso la comprensione del fatto che “del Signore è la terra” e, con questo, il senso biblico che esiste una triangolazione feconda del rapporto tra Dio, la terra e l’umanità: che noi esseri umani siamo parte della natura e dipendenti dalla natura per il nostro benessere, ma anche che abbiamo una responsabilità verso Dio nel prenderci cura a nome di Dio della creazione di Dio.
Il Covid-19 ha sottolineato e ci ha mostrato, come mai nulla prima aveva avuto il potere di fare, che siamo davvero un unico mondo.
Tuttavia, gli effetti del cambiamento climatico sono molto più evidenti in alcune parti del mondo che in altre, e dev’essere chiaro a tutti, tranne a chi si ostina a non vedere, che noi siamo tutti in corsa verso il disastro, ma che quelli più vulnerabili sono quelli che meno hanno contribuito a questo disastro. Qui c’è un enorme problema di giustizia ed uguaglianza…
L’apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, dichiara:
nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. (1Cor 12, 25-26)
Il teologo nordafricano del 4° secolo Lattanzio, osservava che
Il vero problema della giustizia consiste proprio nel fatto che provvediamo agli altri con l’umanità che prodighiamo verso la nostra famiglia con l’affetto.
E, più recentemente, nella sua enciclica Fratelli Tutti (2020), Papa Francesco argomenta in modo simile:
17. Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un “noi” che abita la Casa comune. Tale cura non interessa ai poteri economici che hanno bisogno di entrate veloci. Spesso le voci che si levano a difesa dell’ambiente sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalità quelli che sono solo interessi particolari.
E il Papa continua…
30. Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un’utopia di altri tempi. Vediamo come domina un’indifferenza di comodo, fredda e globalizzata, figlia di una profonda disillusione che si cela dietro l’inganno di una illusione: credere che possiamo essere onnipotenti e dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca.
Certo siamo tutti nello stesso mare, ma si potrebbe obiettare che non siamo tutti sulla stessa barca: alcune barche sono posizionate meglio di altre rispetto alla tempesta. Il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha sottolineato che “la questione climatica è attuale ora e per tutti noi. Nessun paese o comunità ne è immune e, come sempre accade, i poveri e i vulnerabili sono i primi a soffrire e più duramente.
E’ molto chiaro che
- popoli i cui stili di vita tradizionali erano stati complementari ora sono in competizione nel diminuire le risorse naturali di acqua e terra coltivabile;
- campi e villaggi stanno scomparendo sotto alluvioni o a causa della desertificazione;
- siccità protratte colpiscono i raccolti e persone e animali soffrono la fame;
- ci sono da una parte devastanti incendi di foreste, dall’altra piogge torrenziali ed uragani…
- la calotta glaciale si sta sciogliendo e le acque degli oceani aumentano di livello;
- molte migliaia di specie animali, di uccelli e insetti stanno scomparendo;
- l’equilibrio della natura sta cambiando.
Ovviamente gli esempi possono solo aumentare, ma il concetto è chiaro: siamo colpevoli perché stiamo mandando in rovina la nostra casa e presto sarà troppo tardi per rimediare; stiamo distruggendo ciò che ci ha dato riparo e sussistenza e, fatto ancora più grave, stiamo mettendo altri nella casa sotto una pressione crescente
Forse conoscete la serie “Father Ted”: comprende il personaggio, Padre Jack, la cui risposta consueta alle domande scomode è: “sarebbe una questione ecumenica”!
La questione più scomoda di fronte al mondo oggi è quella del cambiamento climatico – e questa è una questione ecumenica, nel vero senso della parola.
Una serie di parole usate spesso riferendosi alle questioni del cambiamento climatico provengono dalla radice greca “oikos”, casa/domestico:
Ecologia – il benessere della casa
Economia – la gestione della casa
Ecumenismo – le relazioni all’interno della casa
Ascoltate:
Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà (Gv 2,13-17)
Sorelle e fratelli, è tempo per noi di essere divorati dallo zelo per la casa del Padre nostro e per quelli che la abitano…
- Siamo abbastanza arrabbiati per quello che sta succedendo alla casa che il nostro Padre amorevole ha provveduto per noi?
- Lo sfruttamento della gente e delle risorse naturali fa sì che vogliamo davvero cambiare le cose?
- Siamo preparati ad agire anche se questo disturba o allontana i potenti e chi ha interessi di parte?
- Cosa sto/stiamo facendo nelle nostre case e nei nostri posti di lavoro per ridurre il nostro impatto sull’ambiente?
Queste sono questioni cruciali mentre riflettiamo - e agiamo - su quello che significa vivere come un'unica umanità su un solo pianeta…
Signore e Padre dell’umanità,
che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno,
senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre.
Il nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza
che hai seminato in ciascuno di essi,
per stringere legami di unità, di progetti comuni,
di speranze condivise. Amen.
Preghiera da Fratelli Tutti 2020.