12 Settembre 2017 17:00 | Centro storico

Meditazione di Markus Dröge



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Markus Dröge

Vescovo evangelico, Germania
 biografia
Isaia 2,2-5: 
2Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. 3Verranno molti popoli e diranno: "Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri". Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. 4Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; 
un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra. 5Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.
 
I.
Le spade in vomeri. 
Una scultura in bronzo nel giardino del Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite rappresenta in maniera imponente questa visione di Isaia. Un eroe muscoloso forgia una spada in in vomero. Regalo dell’Unione Sovietica all’ONU nel 1959.
Le spade in vomeri. 
Una raffigurazione di questa scultura è stata utilizzata dalla Chiesa evangelica della Repubblica democratica tedesca come immagine per la decade della pace nel 1980. „Spade in vomeri“ – L’immagine venne stampata sul tessuto. E così queste parole del profeta Isaia divennero il motto del movimento per la pace dalle due parti del muro che divideva allora la Germania. Anche il mio predecessore, il vescovo Gottfried Forck, aveva attaccato alla sua cartella un adesivo con questo simbolo. In questo modo voleva manifestare la sua solidarietà ai ragazzi che solo per aver cucito questo simbolo sui vestiti avevano problemi a scuola o al lavoro. Alcuni di questi giovani staccavano il simbolo dalle loro giacche, lasciando però ben visibile un buco rotondo, per indicare che lì c’era stata la toppa con le parole del profeta, che poi era stato necessario staccare. 
Spade in vomeri.
Quando tre anni fa a Berlino abbiamo celebrato i „25 anni dalla caduta del muro“, il tracciato del muro è stato segnalato con tanti palloncini bianchi. In questa occasione abbiamo utilizzato di nuovo il simbolo „spade in vomeri“ , stampando spillette rotonde. Il 9 novembre 2014 i giovani della nostra Chiesa hanno lasciato volare i palloncini, come a voler dire: non c’è più, il muro non c’è più! Anche in quella occasione indossavano quel simbolo profetico. E abbiamo insieme ricordato le preghiere per la pace delle Chiese nel 1989. Durante queste preghiere sono state lette le promesse di pace della Bibbia, contribuendo così alla realizzazione di una rivoluzione pacifica e alla caduta del muro senza spargimenti di sangue. 
 
II.
„Spade in vomeri“ – La visione di pace di Isaia è una visione per tutti i popoli. Tutti salgono insieme a Dio e desiderano imparare a realizzare la pace. E quando i popoli hanno imparato a realizzare la pace possono distruggere le loro armi. Tutte le risorse che fino ad allora erano state necessarie per la difesa militare, possono essere utilizzate per scopi pacifici: per sconfiggere la fame e per proteggere la natura: „Spade in vomeri“
La comunità dei popoli è purtroppo oggi molto lontana da questo obiettivo visionario: 
Dov’è che oggi i popoli imparano a realizzare la pace? 
Dove si riesce a porre fine ai conflitti bellici con trattative di pace? 
Dove si negozia il disarmo?
La comunità dei popoli attraverso l’ONU si è dotata degli strumenti per disegnare e realizzare un ordine pacifico. Ma l’ONU è troppo debolmente appoggiata dai popoli. 
Chi ascolta oggi il messaggio della scultura bronzea nel giardino del Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite di New York?
Chi prende sul serio questa visione di pace e si impegna per realizzarla? 
Sono troppo pochi per poter porre fine alla violenza, al terrorismo e alla guerra in maniera efficace.  
 
III.
Dobbiamo forse allora arrenderci al fatto che non ci potrà mai essere una pacifica comunità globale nel nostro mondo? 
No, perché già oggi viviamo qualcosa di nuovo! 
Sperimentiamo per la prima volta nella storia dell’umanità che rappresentanti delle diverse religioni si incontrano e, provenendo da tutto il mondo, scoprono la comune responsabilità per la pace. 
Se alle politiche e ai politici, a coloro che detengono il potere e che influenzano l’economia riesce tanto poco di incontrarsi per domandarsi insieme come possono contribuire alla pace;  
Se si diffonde – al contrario – in tutto il mondo la ricerca dell’interesse personale invece che del bene comune; 
le religioni devono far sentire con forza la loro voce! 
Allora noi tutti, credenti in Dio, dobbiamo di nuovo disegnare davanti agli occhi del mondo le grandi visioni di pace. 
Allora dobbiamo riscoprire il grande potenziale pacifico della religione che confessiamo e individuare, snidare e superare, con la forza dello spirito, l’estremismo, il fondamentalismo e la legittimazione della violenza. 
Torniamo a Dio e apprendiamo da Lui la vera pace! 
Dobbiamo imparare a formulare un’etica della pace con cui tutti i popoli e le persone di ogni religione e cultura possano imparare a costruire la pace! 
È da domenica che ci incontriamo a Münster e Osnabrück, i luoghi in cui 370 anni fa  la pace di Westfalia ha posto fine alla più sanguinosa guerra di religione della Germania. Qui è stato disegnato un ordine pacifico, di cui fino ad oggi in Germania gustiamo i frutti. 
Da qui lanciamo il messaggio: 
Impariamo insieme a tutte le religioni del mondo a fare la pace!