Condividi su

Doyu Toda

Presidente della Scuola Buddista Tendai, Giappone
 biografia
Innanzitutto, vorrei ringraziare tutti voi per avermi dato la possibilità di parlare a questa tavola rotonda “Sentieri di Pace”, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio.
 
Vorrei inoltre esprimere la mia gratitudine alla Chiesa Cattolica di Roma e alle sue comunità per il loro grande contributo al 30° Anniversario del Summit Religioso sul Monte Hiei, l’Incontro di Preghiera per la Pace nel Mondo, che si è tenuto il mese scorso sul Monte Hiei, vicino Kyoto, in Giappone. Abbiamo avuto l’onore di accogliere Sua Eminenza  il Cardinal John Tong Hon come inviato personale di Sua Santità, e di ascoltare la lettura del messaggio di Sua Santità Papa Francesco. È stato un ulteriore privilegio beneficiare della memorabile conferenza del Segretario Generale della Comunità di Sant’Egidio, il professor Alberto Quattrucci, dal titolo “Da Assisi al Monte Hiei: 30 anni di storia di Preghiera in Oriente e Occidente”.
 
L’argomento che mi è stato assegnato quest’oggi è “La guerra è sempre un ‘inutile massacro’”.
 
Mencio, un pensatore cinese nato intorno al 372 a.c., circa cento anni dopo le Chunqiu cinesi, il periodo delle primavere e degli autunni, lesse la loro storia e disse: “Gli annali delle primavere e degli autunni non riconoscono alcuna guerra giusta”. Mencio visse in Cina in un periodo di guerre civili che durò più di 300 anni. In quel periodo, ogni fazione cercava giustizia attraverso la battaglia, ma Mencio giunse alla conclusione che il raggiungimento della giustizia non era il vero obiettivo delle guerre.
 
A pensarci, c’è mai stata una guerra buona in tutta la storia dell’umanità? Quest’epoca della storia cinese non è l’unico periodo in cui ciascuna parte sosteneva di avere ragione e dichiarava di “combattere per la giustizia”. Le fazioni che cercano di risolvere i loro problemi con la forza delle armi trovano sempre delle giuste cause e fanno sembrare che la guerra sia per una giusta causa. L’affermazione di Mencio sulla guerra può essere letta in maniera più ampia per dire che non c’è mai stata, in tutti gli anni della storia, una guerra giusta. Attraverso la storia ci siamo ripetutamente preparati per la pace, abbiamo iniziato guerre per preservare la pace, e in seguito realizzato che la guerra ci aveva privato della pace.
 
Il XX secolo è chiamato l’età delle guerre e dei massacri, specialmente in riferimento alle due Guerre Mondiali. Le vittime della I Guerra Mondiale hanno raggiunto i 10 milioni e le vittime della II Guerra Mondiale ammontano a 50 milioni.
 
Il bombardamento di Dresda della II Guerra Mondiale è descritto in “Mattatoio n°5”, un romanzo di Kurt Vonnegut. Prima della guerra, Dresda era nota come una splendida città che rievocava i tempi medioevali. Aveva le architetture barocche più belle della Germania ed era soprannominata la Firenze del fiume Elba. Tuttavia, la città fu completamente devastata da un bombardamento a tappeto nel febbraio 1945, considerato il più grande raid aereo della II Guerra Mondiale, con un ammontare di quasi 150 mila vittime. Fu un attacco indiscriminato su cittadini innocenti, che avrebbero dovuto essere protetti dal diritto umanitario internazionale. Un mese dopo la distruzione di Dresda, Tokyo divenne obiettivo dello stesso tipo di attacco. Sei mesi più tardi, le bombe atomiche furono lanciate su Hiroshima e poi su Nagasaki. A causa delle bombe atomiche morirono centinaia di migliaia di persone, ma il numero preciso delle vittime rimane incerto.
 
Alla Cerimonia del Memoriale della Pace, lo scorso 6 agosto, il sindaco di Hiroshima ha fatto una Dichiarazione di Pace, in cui afferma,
 
“Pika-ecco il bagliore penetrante, radiazione e calore estremi e Don è un boato e un’esplosione che fa tremare la terra. L’oscurità si leva e rivela innumerevoli cadaveri disseminati, talmente carbonizzati da essere irriconoscibili. Non si distinguono gli uomini dalle donne. Camminando tra i cadaveri, figure estremamente bruciate, quasi nude, con facce annerite, i capelli bruciati e la pelle lacerata, che vagano tra le fiamme dilaganti alla ricerca di acqua. I fiumi davanti a voi sono pieni di corpi; le rive così affollate di vittime bruciate e mezze nude che non c’è posto per fare un passo. Questo è l’inferno. Sotto quella nuvola a fungo c’è il male assoluto della bomba atomica che ha colpito con una morte orribile un gran numero di civili e ha lasciato quelli che non ha ucciso con profonde cicatrici fisiche ed emotive, incluse le conseguenze delle radiazioni e i timori per la salute. Dando origine a discriminazione sociale e pregiudizi, ha devastato anche le vite di coloro che sono riusciti a sopravvivere.
 
Quest’inferno è ancora con noi quest’oggi. Finchè esisteranno le armi nucleari e i politici minacceranno il loro uso, quest’orrore potrà piombare nel nostro presente in ogni momento. Voi stessi potreste trovarvi a soffrire questa crudeltà.”
 
 
 
Il sindaco ha ripercorso questa terribile scena della bomba atomica a Hiroshima, e ci ha avvertiti del fatto che, anche oggi, noi tutti sperimentiamo inconsciamente la paura del disastro nucleare.
 
Alcuni sostengono che il rischio di una guerra nucleare su vasta scala sia passato. Tuttavia, dobbiamo ricordare che un solo attacco atomico ha provocato un massacro catastrofico e indiscriminato, causando alle vittime una sofferenza continua per metà del secolo successivo. Questi sono i fatti e la realtà di Hiroshima e Nagasaki.
 
Le bombe atomiche non esistevano prima della II Guerra Mondiale. Con le vittime della bomba atomica abbiamo sperimentato un nuovo, prima sconosciuto, tipo di morte. Noi umani siamo responsabili di questo crudele e indiscriminato massacro. È stato creato da noi e vorrei che fosse da noi abolito. Penso che sia nostra responsabilità.
 
Dopo aver sperimentato guerre mondiali senza precedenti, abbiamo giurato di non ripetere mai più tali terribili disastri. Eppure, i conflitti armati sono continuati incessantemente. Secondo dati delle Nazioni Unite, le vittime dei conflitti armati tra il 1945 e il 1992 ammontano a 23 milioni, la maggior parte dei quali civili. Per esempio, più del 90% delle vittime nelle guerre civili in Mozambico e Sudan erano persone comuni, la maggior parte dei quali donne e bambini trascinati nei conflitti contro il loro volere. Sono molto preoccupato per i bambini, la cui situazione è peggiorata gravemente. Nell’ultimo decennio del XX secolo, dopo la Guerra Fredda, più di 2 milioni di bambini sono stati uccisi e più di 6 milioni sono stati feriti gravemente o irreparabilmente.
 
Buddha ha posto “non uccidere” come il primo dei suoi cinque precetti. Ci ha insegnato a non uccidere alcun essere vivente sulla terra. La guerra contrasta completamente con questo insegnamento. In quanto buddisti, siamo completamente contrari ad ogni forma di guerra.
 
È stato detto che le religioni sono dietro ai terrori e ai massacri che incutono paura nelle menti delle persone di tutto il mondo. Tuttavia, a mio parere, non la religione, ma l’intolleranza e l’arroganza sono le responsabili. Nessuna religione specifica è colpevole. È l’arrogante certezza che la propria visione del mondo sia superiore ad accendere il conflitto. Non potremo mai raggiungere la pace nel mondo finchè insistiamo che la nostra interpretazione dei fatti è l’unica corretta, o finchè giudichiamo gli altri attraverso le lenti delle nostre ristrette visioni e convinzioni.
 
Alla Cerimonia di Preghiera per la Pace nel Mondo sul Monte Hiei, tenutasi il 4 agosto di quest’anno, abbiamo inviato il messaggio di Hieizan 2017 al mondo, affermando che,
 
“Sono stati perpetrati attacchi terroristici in molti luoghi come l’Europa, e sono stati presi di mira luoghi di svago e relax. Questi attacchi non erano diretti solo a governi o pubbliche istituzioni, ma anche a cittadini innocenti. Gli attentatori sembrano esprimere rancore verso la celebrazione del famelico consumo nella civiltà moderna. Nel Medio Oriente e in altre zone, battaglie e raid aerei continuano da diversi anni, a forte discapito delle persone in quell’area, la maggior parte delle quali sono state costrette a diventare profughi. La disperazione pervade quelle comunità dove l’impossibilità di fermare il terrorismo, e a volte la violenza da parte dei governi, è peggiorata. Come uomini di fede, non possiamo accettare la violenza che prende alla leggera il prezioso dono della vita, in nessuna circostanza. Non dobbiamo mai dimenticare le sofferenze delle persone emarginate e oppresse nelle nostre società ingiuste. Noi decidiamo di costruire forti relazioni con la società civile per realizzare una società senza discriminazione né ingiustizia. Come uomini di fede, dobbiamo essere consapevoli di questa responsabilità.”
 
Per tutti questi motivi, vorrei confermare la nostra determinazione a continuare il nostro lavoro, in cooperazione con i leader religiosi di tutto il mondo, per stabilire un meccanismo internazionale per la coesistenza delle diverse nazioni, persone, religioni e storie affinché possiamo ottenere un mondo di pace.
 
Grazie per la vostra gentile attenzione.