Affronterò questo argomento lungo tre assi
Il primo asse: le basi per l'applicazione della democrazia in Iraq
Esiste un ampio divario tra il governo dell’individuo e il governo del popolo, poiché ciascun sistema include Concetti e strutture con caratteristiche proprie. L'umanità ha vissuto per secoli sotto il governo di un [unico] individuo, che è la corruzione della tirannia, dell’ingiustizia e della persecuzione, mentre in pochi e rari periodi ha vissuto nella sicurezza e nella giustizia. Quando c’è stata l’opportunità per il genere umano di liberarsi dal governo di un individuo e di giungere a far governare la volontà del popolo, allora la democrazia è stata la ricetta efficace per molti dei popoli di fondare uno Stato moderno con i relativi principi e rappresentanza radicata nella pratica della volontà del popolo.
Questo concetto ha subito molte trasformazioni e cambiamenti nei differenti ambiti di applicazione, lo mostrano numerosi concetti come la cittadinanza, i diritti umani, le elezioni etc, tra i concetti che si sono sviluppati col crescere della democrazia nelle sue molteplici realizzazioni.
Poiché la democrazia rappresenta lo spirito del governo popolare, certamente l'accettazione popolare e l'ambiente adatto ad esso, è di largo impatto sull’accettazione del sistema democratico e la misura in cui influenza e viene influenzato e il modo in cui questa pratica democratica rimane costante nonostante il verificarsi di numerose crisi che minacciano ciò che i fondatori aspirano a non trasformare in tirannia anche se fosse in nome della democrazia.
Nella nostra giovane esperienza irachena, iniziata nel 2003, sebbene sia stata un’esperienza irta dei pericoli dell’occupazione e delle peculiari condizioni regionali, tuttavia l’insistenza sull’attuazione delle strutture dello Stato moderno è stata la cosa più importante per le persone sincere (con questo intendo la suprema autorità religiosa) che volevano che il popolo dell’Iraq fondasse correttamente il proprio Stato, e quindi insisteva a scrivere la costituzione attraverso un comitato eletto dal popolo. Questo comprendeva l’accettazione delle strutture democratiche ma, poiché lo spirito della democrazia è il governo del popolo, la fede e le convinzioni del popolo devono avere un’influenza affinché possa accettare il nuovo regime. Pertanto, combinare fondamenti religiosi con principi democratici e la protezione dei diritti e le libertà pubbliche è la sfida più importante che, se vinta, è considerata una vittoria per il principio di governo del popolo, poiché il successo della democrazia è rappresentato dall’accettazione popolare di essa. Il popolo non può rimanere unito e conservare il suo pluralismo e la sua diversità se non inserendoli all'interno delle loro strutture di pensiero; cioè può essere fatto solo intrecciandosi con le altre strutture di pensiero, e non attraverso una scelta elitaria o fatta dalla maggioranza, ma piuttosto una scelta popolare che preservi i diritti di tutte le minoranze e le confessioni.
Il secondo asse: le sfide affrontate nella sua applicazione
Le gravi sfide che la giovane democrazia nel nostro Paese deve affrontare sono le crisi esterne ed interne che ha dovuto affrontare negli ultimi vent’anni:
Alcune di esse sono connesse alla stabilità politica le quali passano dalle urne, le quali non sono ancora state istituite per raggiungere quella stabilità a causa della grande frammentazione tra i gruppi popolari e delle differenze intellettuali...
Alcune di esse sono legate al comportamento dei partiti al potere, che ha influenzato i giovani, i quali si sono sollevati per esprimere il loro rifiuto del dominio dei partiti in manifestazioni spontanee, che si sono trasformate in proteste organizzate che sono durate per molti mesi, sconvolgendo le istituzioni governative e quasi eliminando il sistema democratico se non fosse stato per l’intervento dell’autorità religiosa nel cristallizzare le rivendicazioni popolari e spingere i manifestanti a legittimare le loro richieste in un progetto all’interno del quadro costituzionale. Tale intervento dell’autorità religiosa ha impedito che il potere si trasformasse in una spada tagliente e mortale, e ha impedito ai giovani manifestanti di trasformarsi per distruggere il sistema democratico.
Alcune di queste sfide sono esterne, la più importante delle quali è il terrorismo, che ha voluto distruggere questo moderno Stato dalle sue fondamenta attraverso l'organizzazione dell'Isis, che in pochi giorni è riuscita a impadronirsi di un terzo del territorio del Paese. Anche qui, per preservare il sistema democratico, vediamo come la religione si sia unita per sostenere la sopravvivenza di tale realtà e per affrontare il terrorismo. La motivazione religiosa si è unita alla motivazione nazionale per affrontare il terrorismo attraverso l’invito dell’autorità suprema a opporsi al terrorismo dell’ISIS affrontandolo. In effetti, le elezioni sono rispettate, i tempi previsti durante la crisi e non hanno impedito il trasferimento pacifico del potere. Piuttosto, il cambiamento è stato un elemento attivo e utile per ottenere la vittoria. La crisi non ha causato l’interruzione dell’approccio democratico.
Ciò che possiamo capire da questi incidenti e dal conflitto nascosto in corso tra coloro che vogliono distruggere il giovane sistema democratico e coloro che vogliono mantenere l’Iraq come stato legale, è che democrazia non significa importare concetti e applicarli in ogni modo nel paese, senza sottoporli a ricerche scientifiche e sistematiche e traendo ispirazione dai loro contenuti per adattarli alla natura del popolo e del suo ambiente e alla sua fede, anche se ciò può cambiare alcuni aspetti del quadro democratico e gli dà un nuovo significato che gli si addice, ma non c'è nulla di male purché ne preservi lo spirito, che è quello di far rispettare la volontà del popolo, lottare per ottenere la giustizia e impedire un ritorno alla tirannia e alla dittatura.
La quantità di risultati raggiunti finora, come una costituzione permanente, molteplici elezioni parlamentari, la formazione di molti governi, un trasferimento pacifico del potere e una limitata audacia nel ritenere i corrotti responsabili, significa che ci sono seri tentativi di stabilire uno stato di diritto e cittadinanza e realizzare una democrazia particolare con una visione irachena, e si teme ancora che alcune crisi possano affliggere il sistema democratico.
Il terzo asse: Il futuro della democrazia in Iraq
Provvedere ai bisogni della società, soddisfare le sue esigenze e stabilire le priorità per garantire una vita dignitosa ai cittadini è considerato uno dei pilastri e dei frutti del successo del sistema democratico. Altrimenti, avviene una spaccatura nel sistema dei diritti e dei doveri che porta a battute d’arresto politiche, sociali ed economiche. È responsabilità dello Stato raggiungere questo obiettivo, in quanto è titolare della pianificazione e dell’attuazione.
Pertanto, democrazia e sviluppo sono sufficienti a completare il ciclo di doveri e diritti dei cittadini per evitare battute d’arresto. Pertanto, la democrazia come sistema politico per lo Stato diviene zoppa quando questo non riesce a fornire servizi di base, soprattutto nell’istruzione e nella sanità, e a contrastare la povertà, attraverso strategie di giustizia sociale per ridurre la disparità economica e sociale, lavorando secondo il principio delle pari opportunità, e allo stesso tempo frenando le manifestazioni di corruzione amministrativa e finanziaria, contribuendo a creare un ambiente per l’applicazione della legge. Si tratta di questioni fondamentali che garantiscono il rafforzamento dell’identità nazionale e la solidarietà tra gli individui membri della società, il che garantisce un’atmosfera di uguaglianza. Forse la crisi che l’Iraq si trova ad affrontare oggi può essere affrontata in questo contesto. Forse l’indicatore più importante è la debolezza della partecipazione politica alle elezioni. I problemi che hanno afflitto il sistema politico, come le quote, la preferenza per gli interessi di parte rispetto a quelli pubblici, la continua sfiducia tra le componenti del popolo e, ovviamente, i sogni curdi, rimangono fonte di preoccupazione nella transizione verso la completa stabilità, e può ridurre la fiducia dei cittadini nel sistema politico e creare divari più ampi.